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Cinema e progresso

Approfondimento

L’intelligenza artificiale nella storia del cinema

Come il grande cinema racconta la Storia

Valeria Di Brisco e Benedetto Genovesi

L’intelligenza artificiale (IA) è da tempo al centro dell’immaginario collettivo, soprattutto grazie alla sua rappresentazione cinematografica. L’industria cinematografica si serve sempre di nuove tecnologie e usa la tematica dell’intelligenza artificiale per rappresentare il mondo in continua evoluzione. Noi, in realtà, siamo in continua interazione con dimensioni virtuali, create da dispositivi tecnologici. Eppure, dagli albori della settima arte, registi e sceneggiatori hanno ipotizzato l’evoluzione e l’impatto dell’IA sul nostro futuro: possiamo citare qualcuna tra le tante pellicole che affrontano ciò che fa parte del nostro quotidiano. Il primo film in cui entra in scena l’intelligenza artificiale è “Metropolis” (1927) diretto dal regista austriaco Fritz Lang. La pellicola muta è ambientata nel 2026 in una megalopoli del futuro (da qui il titolo) in cui sussiste il dualismo che distingue i ricchi dai poveri, non solo a livello socioeconomico ma anche a livello di spazi urbani: i benestanti vivono in alto, mentre i poveri vivono, sfruttati come schiavi, nel sottosuolo. Da un punto di vista sociale, il benessere materiale pone gli esseri umani su due piani differenti e sembra essere più determinante del benessere spirituale. Emblematico è il personaggio di Maria-robot, percepita da tutti come umana, ma in realtà è un robot dalle sembianze umane, dotata di un’intelligenza artificiale. Una delle opere più rappresentative del cinema espressionista, questo capolavoro ha dato il via alla cinematografia di fantascienza moderna.

2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, 1968.

 

Nel 1968 Stanley Kubrick realizza “2001 Odissea nello spazio”, uno dei più grandi capolavori della storia del cinema. Un viaggio ai confini dello spazio e del tempo in cui cinque astronauti viaggiano a bordo della Discovery One, un’astronave che si muove con la supervisione di HAL9000. Emblematica l’immagine dell’occhio rosso di HAL9000, un computer dotato di intelligenza artificiale che interagisce con gli esseri umani e ne riproduce le attività della mente. Solo HAL9000 conosce la reale natura di questa missione nello spazio e la condizione di dover ingannare gli astronauti sarà causa di un suo grande conflitto interiore, mostrando così di riuscire a “pensare” e provare sentimenti umani. Nel 1973, Woody Allen realizza una geniale pellicola fantascientifica “Il dormiglione”, tratta dal romanzo “Il risveglio del dormiente” di H.G. Wells. La storia è ambientata nel 2173 in un mondo ormai distrutto da una guerra atomica. Gli ex USA sono in mano ad un leader tirannico. Il corpo di un uomo, Miles Monroe, che si trova in stato di ibernazione da 200 anni dopo un’operazione chirurgica finita male, viene risvegliato da un gruppo di medici. L’uomo è privo di identità e non è schedato dal regime, il suo compito è indagare sul progetto “Ires”, ideato per debellare la resistenza al regime dittatoriale del leader. Miles è costretto a nascondersi per non essere scoperto e prende le sembianze di un robot. Il rischio è che il regime attui una riprogrammazione del cervello di Miles per fargli perdere la memoria e poterlo controllare. Quindi vediamo un essere umano che si traveste da robot e ne prende le sembianze. Ridley Scott realizza nel 1982 “Blade Runner”, ovvero uno dei migliori film di fantascienza di sempre. Ispirato al romanzo di Philip K. Dick “Il cacciatore di androidi” è ambientato nel 2019, in una Los Angeles cupa e avvolta da una nebbia dovuta all’inquinamento. Qui vengono fabbricati replicanti, ovvero robot di alta ingegneria dalle sembianze umane, che vengono impiegati a lavorare al posto degli umani e inviati su altri pianeti. Qualora qualcuno di loro volesse sfuggire al controllo, intervengono i Blade Runner, poliziotti speciali che danno loro la caccia per distruggerli: qui vediamo in scena un conflitto tra esseri umani e androidi.

 

Matrix di Lana Wachowsk e Lilly Wachowski 1999.

 

Nel 2001 esce al cinema “AI Intelligenza artificiale”, film basato su un progetto di Stanley Kubrick e diretto da Steven Spielberg. Un racconto commovente che intreccia la robotica con i sentimenti, ambientato nel 2125, anno in cui l’evoluzione tecnologia è così avanti da aver dato origine ai Mecha, robot del tutto simili agli esseri umani. Il robot bambino David diviene l’espressione massima di un androide che prova sentimenti, come l’amore e l’abbandono. Qui vediamo come i robot acquisiscono sembianze e sentimenti umani. In “Her”, film del 2013 scritto e diretto da Spike Jonze, si descrive un futuro in cui l’intelligenza artificiale è in grado di elaborare emozioni. Infatti, il protagonista Theodore si innamora della voce di Samantha, sistema operativo del proprio computer con una personalità in continua evoluzione. Opera dal sapore agrodolce, in cui vagheggia un’aria soavemente malinconica, che affronta le grandi dicotomie tra filosofia e scienza, materia e spirito. Viene descritta una condizione in cui lo stesso concetto di amore si evolve in un mondo di uomini sensibilmente meccanizzati e macchine umanamente sensibili. Qui vediamo una comunicazione e un’interazione “reciproca” tra computer ed esseri umani. Siamo nel 2014 quando esce il film “Trascendence” diretto da Wally Pfister. Un film che racconta i temi della tecnologia mettendo in scena il potere dell’intelligenza artificiale e delle macchine sulla mente umana, grazie alla connessione del cervello umano ad internet. Qui vedremo l’impiego di nanotecnologie per guarire i tessuti umani, anche se l’intelligenza artificiale si farà così forte da diventare incontrollabile da parte dell’uomo. Qui l’intelligenza artificiale viene rappresentata sia nella sua possibilità di mettersi al servizio dell’uomo per migliorarne la qualità di vita, sia nella sua potenzialità distruttrice qualora dovesse sfuggire al controllo. Infine, una delle più famose trilogie del cinema è “Matrix” dei fratelli Wachwski.

Dal 1999 al 2003, i tre film si sviluppano attorno ad un continuo intreccio tra mondo reale e mondo virtuale, in una sorta di cyberspazio creato da un programma informatico detto Matrix. Tale sistema operativo è un insieme di righe di codice, il cui compito è controllare gli esseri umani. L’intelligenza artificiale del sistema informatico è capace di ragionamenti umani ed è in grado di prendere il controllo dell’umanità. Questi film, pur essendo solo una piccola selezione degli esempi più significativi, dimostrano come l’intelligenza artificiale sia un tema ricorrente e affascinante nel mondo del Cinema. Le pellicole presentate offrono diverse prospettive sull’IA, mettendo in luce sia i potenziali benefici che i potenziali pericoli legati al suo sviluppo. Nel nostro quotidiano, tante attività vengono svolte dai computer, i quali hanno preso il posto degli esseri umani, nel bene e nel male. La nostra vita è diventata al servizio della tecnologia o la tecnologia può essere messa al nostro servizio? Se usata in modo etico e responsabile, l’IA può aiutare a risolvere problemi complessi, migliorare la qualità della vita, promuovere la ricerca scientifica e favorire lo sviluppo sociale. È fondamentale l’ausilio dei dispositivi tecnologici per migliorare la ricerca, così come le potenzialità diagnostiche e terapeutiche, in ambito biomedico, tanto per fare un esempio significativo. Ma abbiamo visto che, se invece ci immergiamo troppo nel mondo tecnologico, corriamo il rischio di farci sopraffare e incorriamo in un processo di automatizzazione e meccanizzazione della nostra vita. Se perdiamo il contatto con le nostre emozioni possiamo diventare robotizzati e di contro l’intelligenza artificiale può prendere il controllo della nostra vita. Quindi, possiamo dire che è fondamentale che siamo noi a poter usare gli strumenti tecnologici nella loro potenzialità di offrirci grandi potenzialità evolutive. Infatti, nella nostra società dominata dal mondo virtuale e dalla rete del cyberspazio, con un click, in un attimo, siamo in connessione con chiunque, in qualsiasi luogo. Si espandono i confini del mondo e i confini del Sé, cambiano le distanze e le dinamiche relazionali. Il tempo e lo spazio si diradano sino a perdersi. Nel mondo virtuale il Sè si disincarna dal corpo (self disembodiment), si disperdono i parametri temporo-spaziali del mondo e si nebulizzano i confini del Sè. È possibile essere chiunque, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Il Sè disincarnato dal corpo, in un mondo senza coordinate temporo-spaziali, può andare dove vuole. Ma se ci si immerge troppo in questa dimensione, il mondo virtuale ingloba il mondo reale e si confondono la dimensione oggettiva con la dimensione soggettiva, la vita online con la vita offline. Possiamo essere controllati dalle macchine, sino ad arrivare a derive patologiche di tipo dissociativo, in cui viene persa la propria identità e la possibilità di localizzare il proprio Sé.  Non sussiste più la differenza tra soggetto e oggetto.

 

A.I. - Intelligenza artificiale di Steven Spielberg, 2001.

 

Il mondo interno si confonde col mondo esterno, il mondo reale col mondo virtuale. Si possono determinare vissuti di depersonalizzazione e di derealizzazione, in cui il Sé viene percepito fuori dal corpo, pur mantenendo la possibilità di una percezione del Sé. Come abbiamo visto dalla breve carrellata di film presentata, la cinematografia si è molto impegnata nel tentativo di rappresentarci i rischi che corriamo a causa di e in conseguenza di un abuso della tecnologia. Il Cinema si presta bene a rappresentare questa dislocazione del Sé, essendo di per sé un processo proiettivo. In situazioni di abuso estremo delle tecnologie, si possono determinare condizioni psicopatologiche, per cui, come abbiamo visto, possono essere compromessi i caratteri principali della nostra natura umana come l’identità, le sensazioni, le percezioni, i sentimenti, i pensieri e così via. Invece, se riusciamo a mantenere la distinzione e la giusta distanza tra i due mondi, reale e virtuale, possiamo riuscire a farli dialogare, come due dimensioni che viaggiano su binari paralleli, e possiamo porre l’intelligenza artificiale al nostro servizio e non viceversa. In effetti, il progresso tecnologico ci offre, potenzialmente, grandi opportunità di sviluppo e ci consente di guardare in maniera innovativa verso il futuro. Il Cinema ha il potere di far riflettere, educare e sensibilizzare gli spettatori: spetta a noi, come società, trovare il giusto equilibrio tra i potenziali rischi e benefici dell’intelligenza artificiale, affrontando con consapevolezza e responsabilità i nuovi orizzonti che questa rivoluzionaria tecnologia ci pone di fronte. 

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