☰  
×
eidos

Cinema e progresso

La Suggestione

Freud e Mussolini

I retroscena di una dedica al Duce

Fabio Troncarelli

Il 25 aprile del 1933 Freud ricevette a Vienna per un consulto lo psicoanalista ebreo triestino Edoardo Weiss, suo discepolo dichiarato, rifondatore nel 1932 della Società di Psicoanalisi italiana, già fondata da Levi Bianchini e altri nel 1925, ma poi decaduta. Weiss aveva svolto un'analisi con Paul Federn, uno stretto collaboratore di Freud, con il quale era rimasto in affettuosa corrispondenza. Così come del resto era rimasto in corrispondenza con Freud stesso. Ad ambedue aveva raccontato le vicissitudini di un caso clinico molto particolare: quella di Concetta Forzano figlia di uno dei più importanti esponenti della cultura fascista, lo scrittore Giovacchino Forzano, che tra le altre cose, aveva composto il dramma Campo di Maggio, sui cento giorni di Napoleone, insieme a Benito Mussolini. Weiss si presentò allo studio della Berggasse 19 insieme con la sua paziente e con il padre ed ebbe un colloquio con Freud sul caso terapeutico che tanto lo coinvolgeva. Inutile dire che questo “consulto” per parlare di una paziente fatto alla presenza della paziente e di suo padre viola non poche regole della deontologia professionale dell'analista e non solo quella di oggi, ma anche quella di allora che era certamente più approssimativa di quella odierna, ma non certo labile e vaga. Anticonformista come sempre e, soprattutto, come sempre attento a quello che volevano comunicargli le persone che cercavano un rapporto autentico con lui, Freud non battè ciglio di fronte a tanta scorrettezza e ascoltò con pazienza e professionalità qualcuno che aveva molto bisogno di essere ascoltato. Ma lo ascoltò non solo con la ragione. Lo ascoltò anche con “le mani del cuore” come direbbe Sant'Agostino: non solo perché cercò con empatia di aiutarlo sul piano individuale, evitando di scoraggiare il suo volenteroso ma confusionario discepolo, che avrebbe meritato per la sua indisciplina etica e professionale di essere messo alla porta; ma perché cercò di appoggiarlo, di aiutarlo “politicamente”, ben consapevole delle difficoltà in cui si dibatteva. Rifiutarsi di ricevere Forzano sarebbe stato un “incidente diplomatico” molto grave per la neonata psicoanalisi italiana. A prescindere dalla ostilità aperta da parte degli ambienti accademici e soprattutto da parte della cultura cattolica, la psicoanalisi non era ben vista neppure dal fascismo: nel 1930 la questura di Roma aveva emesso un provvedimento di fermo, nel caso in cui Freud avesse messo piede in Italia e due mesi più tardi l'incontro con Forzano e Weiss, uscì sul Popolo d’Italia un articolo dello stesso Mussolini, nel quale si definiva la psicoanalisi un’impostura. Come ha ricordato recentemente Jacqueline Amati Mehler: «Carmine Senise, capo della polizia fascista...ebbe un ruolo importante nel definire la psicoanalisi come scienza degenerata” affermando che gli psicoanalisti ebrei che “hanno in programma di venire in Italia, a tempo debito...costituiranno certamente una sfida all'elemento nazional-italiano» (Psicoanalisi, 23 [2019], pp. 7-25).

 

Al termine di questo spinoso incontro avvenne un fattaccio su cui è stato scritto tutto e il contrario di tutto, in barba al più elementare principio di realtà, per non parlare del più elementare senso di empatia. Raccontiamolo con le parole stesse di Weiss: «Dopo il consulto, il padre di questa paziente chiese a Freud di regalare uno dei suoi libri a Mussolini, esortandolo a scrivervi una dedica. Io ero imbarazzatissimo perché sapevo che Freud non poteva rifiutarsi. Per amor mio e per amore della Società Italiana di Psicoanalisi, Freud fu costretto ad acconsentire. Il libro scelto, forse significativamente, fu Perché la guerra, uno scambio di lettere con Einstein». La richiesta di Forzano non poteva essere rifiutata visto che egli gli aveva portato una copia con la traduzione tedesca del dramma che aveva scritto con Mussolini, sul quale c'era una sua dedica (che Mussolini non poteva certo ignorare): «A Sigmund Freud, che renderà migliore il mondo, con ammirazione e riconoscenza, Vienna, 26 aprile 1933». Freud contraccambiò regalando una copia, diretta al Duce, del suo Warum Krieg? E scrisse una dedica, a sua volta: «A Benito Mussolini coi rispettosi saluti di un vecchio che nel detentore del potere riconosce l’eroe della civiltà». In tedesco: «Benito Mussolini, mit dem ergebenen Gruss eines alten Mannes der im Machthaber den Kulturheros erkennt».

 

Giovacchino Forzano

 

Sul significato di queste parole sono state scritte molte sciocchezze, a cominciare da Weiss stesso. Un'interpretazione corretta ce l'offre, finalmente, Federico Filchenstein nel suo recente Mitologie fasciste. Storia e politica dell'irrazionale (Roma, Donzelli, 2022). Contrariamente a quello che (a parte Giacomo Contri) hanno pensato tanti novelli Catoni, sempre pronti a sparare giudizi e sproloquiare, la parola Kulturheros non ha affatto un significato positivo. Si tratta di un termine tecnico usato dagli storici della religione e dagli antropologi che Freud citò e utilizzò consapevolmente l'anno prima della dedica nell'articolo L’acquisizione del fuoco, pubblicato su Imago del 1932, ripubblicato nel 1933 sull' Almanach, e di nuovo nel 1934 (Gesammelte Schriften, 1934). Il Kulturheros corrisponde all'italiano “Eroe culturale; al “Demiurge” e “Culture bringer” inglese; allo “Héros civilisateur” francese; allo “Heilbringer” o “Kulturbringer” tedesco (termine coniato da Kurt Breysig nel 1905). La formula indica un personaggio mitico che si ritrova tutte le culture: il presunto Civilizzatore, che si spaccia per benefattore dell'umanità, ma in realtà la porta al disastro. Un tipico personaggio di questo genere è Prometeo, che ruba il fuoco agli dei (è dunque un ladro) e lo regala agli uomini, incapaci di usarlo correttamente. In questo modo li spinge alla rovina, nonostante la sua maschera di Salvatore. Un altro personaggio simile è Adamo, che non rispetta i comandi di Dio, ruba il frutto dell'albero del Bene e del Male e rovina per sempre gli uomini, incatenandoli alle conseguenze del Peccato Originale. Il problema sottinteso alla figura del Finto Civilizzatore è che il vero "progresso" e la vera "rivoluzione" non può nascere dal parricidio o dall'eversione gratuita delle regole del gioco, per soddisfare i propri impulsi narcisistici: chi lo fa, anche se finge di portare il progresso alle genti, soddisfa solo la sua brama inconfessata di onnipotenza, incurante della rovina degli altri. Non a caso Adamo genera Caino, che si ribella a Dio e quindi sembra un rivoluzionario, ma in realtà è un volgare assassino. La vera rivoluzione consiste in una trasformazione che sappia rispettare le esigenze del padre e quelle del figlio e permette a ciascuno di essere sé stesso senza rubare il posto dell'altro.

 

Edoardo Weiss

 

Tornando alla dedica, è come se Freud avesse scritto: «Saluto Mussolini, il nuovo farabutto dei nostri tempi, uguale al vecchio farabutto Prometeo; la nuova sciagura dell'umanità, che finge di rivoltarsi a Dio come Adamo e in realtà è degno padre del suo degno figlio Caino!». E' ridicolo, dunque, pensare, come purtroppo hanno pensato molti, che nella dedica ci sia una sorta di deferenza e ammirazione nei confronti del Duce e addirittura scomodare la politica e dire che Freud, da quel reazionario che era, cercasse di influenzare Mussolini, perché pensava che fosse l'uomo che poteva impedire l’Anschluss (annessione dell’Austria al Reich tedesco). Freud non era Richelieu e non aveva alcun potere politico: pensare che potesse astutamente appoggiare Mussolini per spingerlo contro Hitler, attraverso la dedica di un libro, è pura fantascienza. Altrettanto sciocco è pensare che esprima deferenza a un guerrafondaio aggressivo il dono di un libro dichiaratamente pacifista e ostile alla guerra come Warum Krieg? Sarebbe ora che tanti sedicenti storici che sono nell'animo gazzettieri di bassa lega capissero che senza filologia non si arriva da nessuna parte. E che tanti psicoanalisti, sempre pronti a montare in cattedra, imparassero da Freud che il significato manifesto delle azioni degli individui nasconde un significato latente, che è molto più importante dell'apparenza. Cosa che, del resto, sa pure Pulcinella, che dice la verità solo ridendo e scherzando.

 

Vedi tutto il numero





La redazione è a disposizione con gli aventi diritto con in quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nelle citazioni delle fonti dei brani o delle foto riprodotti in questa rivista.